HACCP: come funziona il sistema che protegge ciò che mangiamo ogni giorno

Dalla NASA ai nostri piatti: una storia poco conosciuta

Forse non tutti sanno che il sistema HACCP, oggi obbligatorio per chiunque operi nel settore alimentare, nasce in un contesto molto particolare: quello delle missioni spaziali americane. Era la NASA, negli anni ’60, a voler garantire agli astronauti cibi perfettamente sicuri, e per farlo collaborò con l’industria alimentare per creare un metodo preventivo: l’Hazard Analysis and Critical Control Points.

Oggi, quel metodo è alla base di ogni pasto che consumiamo fuori casa, in mensa, al ristorante o comprato al supermercato.

Che cos’è esattamente l’HACCP?

L’HACCP è una sigla che sta per “Analisi dei rischi e punti critici di controllo”. È un sistema che serve a individuare, controllare e prevenire i pericoli legati alla sicurezza alimentare, come:

  • batteri (come la salmonella);
  • contaminazioni chimiche (pesticidi, detergenti);
  • corpi estranei (vetro, plastica, metallo);
  • presenza non dichiarata di allergeni.

Perché è importante anche per noi consumatori

Quando andiamo al ristorante, compriamo un panino o un vasetto di yogurt, ci fidiamo del fatto che il cibo sia sicuro. Questa fiducia è il risultato di controlli, regole e protocolli, tutti basati sull’HACCP. Ogni operatore del settore alimentare, dal panettiere all’industria, deve seguire questo sistema.

In pratica, dietro ogni prodotto ci sono analisi, termometri, registri, pulizie programmate e personale formato. Se un passaggio critico non viene eseguito correttamente (ad esempio il mantenimento della catena del freddo), il rischio aumenta.

Come funziona l’HACCP nella vita reale?

Immaginiamo un laboratorio di pasticceria. Qui, l’HACCP si applica in tanti piccoli gesti quotidiani:

  • La temperatura del frigo viene controllata due volte al giorno.
  • Ogni ingrediente ha una tracciabilità documentata.
  • Le superfici vengono sanificate con prodotti certificati.
  • Chi lavora è formato per evitare la contaminazione crociata (come quando si passa dalle uova crude al cioccolato senza lavarsi le mani).

Anche in un supermercato, il sistema è ovunque: dal banco del pesce alle celle frigo, tutto è registrato e monitorato.

Chi controlla chi?

In Italia, i controlli vengono effettuati da vari enti, tra cui:

  • Le ASL (Aziende Sanitarie Locali), che ispezionano cucine e magazzini;
  • I NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri);
  • Gli Istituti Zooprofilattici, che analizzano campioni e forniscono supporto scientifico.

Se qualcosa non va, le sanzioni possono essere severe: multe, chiusure temporanee, ritiro di prodotti.

Il ruolo della formazione

L’HACCP non è fatto solo di documenti e numeri: al centro ci sono le persone. Chi lavora con il cibo deve essere formato per conoscere le buone pratiche e i pericoli. Non basta sapere come fare una pizza: bisogna anche sapere come farla in modo sicuro, senza rischi per il cliente.

Ogni operatore deve frequentare corsi e aggiornamenti, anche online, per mantenersi informato sulle novità e sulle normative.

Un sistema in continua evoluzione

L’HACCP si adatta alle situazioni. Durante l’emergenza COVID-19, ad esempio, sono stati introdotti nuovi protocolli per sanificazioni, distanze, dispositivi di protezione.

Inoltre, con l’aumento delle intolleranze alimentari, oggi viene data grande attenzione anche agli allergeni: ogni presenza va segnalata con chiarezza, e in cucina bisogna evitare contaminazioni accidentali.

Quando l’invisibile fa la differenza

L’HACCP è una di quelle cose che non vediamo, ma che ogni giorno lavora per la nostra salute. È una rete invisibile fatta di attenzione, regole e responsabilità. Sapere che esiste, e che funziona, ci rende consumatori più consapevoli.

E forse, la prossima volta che leggiamo “prodotto secondo il sistema HACCP”, capiremo che dietro quelle sei lettere c’è molto di più di una semplice sigla.